E’ Pasqua il
sei aprile, San Marino che c’entra con me? Non vado giù dai miei. E’ la prima
volta. Per la seconda volta davanti a me la scelta, come quattro anni prima. O
quattordici? O ventiquattro? Cazzo quanti anni ho!? Le radici diventano
catene…mai più! Perciò San Marino, città - Repubblica dicono qui - che non
conosco, che mi è del tutto estranea, tabula rasa, agognato vuoto. Alex mi
aspetta, non c’è bisogno di spiegare. Un monolocale in affitto giusto per
sfangarla. Alex tira fuori un uovo di cioccolato al latte e lo mette sul
tavolo. “Aprilo tu” mi fa. Scarto l’involucro di carta stagnola gialla rossa e
verde. Assesto un pugno a martello. L’uovo si frantuma. In mezzo a pezzi di
cioccolato un involtino di cellophane con un mattoncino marrone dentro sguscia
verso Alex. Afferro i pezzi di cioccolato ricurvi. Li trattengo tra il palato e
la lingua finché si sciolgono morbidi e sensuali accarezzandomi gola e viscere.
Mi placo e socchiudendo gli occhi viaggio a cavallo di un fiume di cioccolato
per verdi vallate circondate da monti alberati dove colorati elfi danzano al
suono di una musica lontana.
A tastoni
cerco inutilmente altri pezzi di cioccolato. Apro gli occhi e vedo solo il
tavolo di formica bianco. Ho fatto fuori l’uovo in cinque minuti. L’unico
contatto con la vita è sparito. Rimane solo il bianco della formica. Mi adagio
sulla sedia marrone, gli occhi vuoti verso il soffitto, vorrei dire qualcosa ma
le parole si perdono senza appigli ad ancorarle, è triste che non riescano ad
acquisire significato, solo una sequenza di suoni vacui. Abbasso lo sguardo sul
pavimento, marrone come la sedia (cotto romagnolo?).
E’ Pasqua il
sei aprile, sul monte Titano che senso ha? Con la coda degli occhi vedo che Alex
tira fuori il mattoncino dal cellophane, è un pezzo di fumo marrone come il
pavimento, la cartina è un ritaglio di pergamena giallognola, il tabacco è
preso da una Gitane. Accende tira l’odore si spande le narici mi si risvegliano
chissà. Tira inspira espira il fumo sale … rialzo la testa. Parla gesticola
l’aroma diventa palpabile concreto lo posso assaporare a distanza, ma sì.
Ancora tira si ferma mi porge l’appiglio … shuuuuuuu fiuuuuuuuu ritmicamente
shuuuuuu fiuuuuuuu ritmicamente cerchi impalpabili escono dalle mie labbra, col
naso cerco di infilzarli shuuuuuu fiuuuuuuuu riesco pian piano ad ancorare i
suoni adesso hanno un significato shuuuuu fiuuuuuuu sono Champillion che
decifra la stele di Rosetta shuuuuu fiuuuuuuu sono Cristoforo Colombo che
avvista San Salvador sono Pantani che stacca Ulrich sono Lou Reed che scrive
Sister Ray ……..shuuuuu fiuuuuuuu sono io che vedo quanto è semplice vedere che
sento quanto è semplice sentire e rido rido rido rido rido rido la testa è ora ancorata
al pavimento che si muove, è verde giallo e rosso rido rido rido rido rido … è
bellissimo non riesco a fermarmi …. è tutto così chiaro ora.
E’ Pasqua il sei
aprile, auguri ihihihihih ma ti sei fumato qualcosa? Ihihihihih ihihihihihih
Brunones
Canne al vento |
Nota del disegnatore: "canne al vento" nasce dalla voglia di
disegnare uno stato d'animo che mi ha accompagnato per un annetto di problemi
lavorativi: sono andato a finire su una secca da cui non è stato possibile
uscire con alcuna azione legata al lavoro, ogni informazione che mi è stata
data era ingannevole, ogni azione inutile: solo le amicizie
coltivate negli anni mi hanno fatto passare questo anno in modo comunque
piacevole e non mi hanno fatto mai mollare.. di fronte agli oscuri emissari del
signore dei tranelli. Comunque canna al vento mi son sentito guardando la
ciminiera di Scarlino nel giorno delle ceneri: ne sono uscito non so se pè
grazia deledda o pè grazia deloddo(ndr) ma sicuramente per la decisione avventurosa
decarlo(ndr) che non ebbe dubbi quando si trattò di scegliere Abudhabi.
Oggi incontro quotidianamente questi insignificanti figuranti e non mi curo
di loro: guardarli è spasso!!
Quando Brunones mi ha mandato questo suo pezzo per mia deformazione
mentale non ho potuto non pensare a questo disegno che avevo in canna..e che
comunque associavo a pomeriggi passati fra le dune del mare Nostrum durante le
comandate feste... fuori stagione a indovinare le forme delle nuvole in viaggio.pensieri sfumati |
bybyfato
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