lunedì 6 aprile 2015

E’ Pasqua il sei aprile

E’ Pasqua il sei aprile, San Marino che c’entra con me? Non vado giù dai miei. E’ la prima volta. Per la seconda volta davanti a me la scelta, come quattro anni prima. O quattordici? O ventiquattro? Cazzo quanti anni ho!? Le radici diventano catene…mai più! Perciò San Marino, città - Repubblica dicono qui - che non conosco, che mi è del tutto estranea, tabula rasa, agognato vuoto. Alex mi aspetta, non c’è bisogno di spiegare. Un monolocale in affitto giusto per sfangarla. Alex tira fuori un uovo di cioccolato al latte e lo mette sul tavolo. “Aprilo tu” mi fa. Scarto l’involucro di carta stagnola gialla rossa e verde. Assesto un pugno a martello. L’uovo si frantuma. In mezzo a pezzi di cioccolato un involtino di cellophane con un mattoncino marrone dentro sguscia verso Alex. Afferro i pezzi di cioccolato ricurvi. Li trattengo tra il palato e la lingua finché si sciolgono morbidi e sensuali accarezzandomi gola e viscere. Mi placo e socchiudendo gli occhi viaggio a cavallo di un fiume di cioccolato per verdi vallate circondate da monti alberati dove colorati elfi danzano al suono di una musica lontana.  
A tastoni cerco inutilmente altri pezzi di cioccolato. Apro gli occhi e vedo solo il tavolo di formica bianco. Ho fatto fuori l’uovo in cinque minuti. L’unico contatto con la vita è sparito. Rimane solo il bianco della formica. Mi adagio sulla sedia marrone, gli occhi vuoti verso il soffitto, vorrei dire qualcosa ma le parole si perdono senza appigli ad ancorarle, è triste che non riescano ad acquisire significato, solo una sequenza di suoni vacui. Abbasso lo sguardo sul pavimento, marrone come la sedia (cotto romagnolo?).
E’ Pasqua il sei aprile, sul monte Titano che senso ha? Con la coda degli occhi vedo che Alex tira fuori il mattoncino dal cellophane, è un pezzo di fumo marrone come il pavimento, la cartina è un ritaglio di pergamena giallognola, il tabacco è preso da una Gitane. Accende tira l’odore si spande le narici mi si risvegliano chissà. Tira inspira espira il fumo sale … rialzo la testa. Parla gesticola l’aroma diventa palpabile concreto lo posso assaporare a distanza, ma sì. Ancora tira si ferma mi porge l’appiglio … shuuuuuuu fiuuuuuuuu ritmicamente shuuuuuu fiuuuuuuu ritmicamente cerchi impalpabili escono dalle mie labbra, col naso cerco di infilzarli shuuuuuu fiuuuuuuuu riesco pian piano ad ancorare i suoni adesso hanno un significato shuuuuu fiuuuuuuu sono Champillion che decifra la stele di Rosetta shuuuuu fiuuuuuuu sono Cristoforo Colombo che avvista San Salvador sono Pantani che stacca Ulrich sono Lou Reed che scrive Sister Ray ……..shuuuuu fiuuuuuuu sono io che vedo quanto è semplice vedere che sento quanto è semplice sentire e rido rido rido rido rido rido la testa è ora ancorata al pavimento che si muove, è verde giallo e rosso rido rido rido rido rido … è bellissimo non riesco a fermarmi …. è tutto così chiaro ora. 
E’ Pasqua il sei aprile, auguri ihihihihih ma ti sei fumato qualcosa? Ihihihihih    ihihihihihih


 Brunones

Canne al vento

Nota del disegnatore: "canne al vento" nasce dalla voglia di disegnare uno stato d'animo che mi ha accompagnato per un annetto di problemi lavorativi: sono andato a finire su una secca da cui non è stato possibile uscire con alcuna azione legata al lavoro, ogni informazione che mi è stata data era ingannevole, ogni azione inutile: solo le amicizie coltivate negli anni mi hanno fatto passare questo anno in modo comunque piacevole e non mi hanno fatto mai mollare.. di fronte agli oscuri emissari del signore dei tranelli. Comunque canna al vento mi son sentito guardando la ciminiera di Scarlino nel giorno delle ceneri: ne sono uscito non so se pè grazia deledda o pè grazia deloddo(ndr) ma sicuramente per la decisione avventurosa decarlo(ndr) che non ebbe dubbi quando si trattò di scegliere Abudhabi.
Oggi incontro quotidianamente questi insignificanti figuranti e non mi curo di loro: guardarli è spasso!!
Quando Brunones  mi ha mandato questo suo pezzo per mia deformazione mentale non ho potuto non pensare a questo disegno che avevo in canna..e che comunque associavo a pomeriggi passati fra le dune del mare Nostrum durante le comandate feste... fuori stagione a indovinare le forme delle nuvole in viaggio.

pensieri sfumati
bybyfato

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